che comprende:
Terapia OccupazionaleLa Terapia occupazionale prevede la stimolazione delle capacità residue attraverso attività che prevedono la realizzazione di un prodotto finito o lo svolgimento di una o più funzioni della vita quotidiana. L’aprassia porta il malato di Alzheimer a realizzare con difficoltà compiti funzionali e gesti precisi, dunque finalizzare i movimenti ed eseguire compiti in sequenza diventa molto impegnativo. Le mani non... Leggi
La Terapia occupazionaleLa Terapia occupazionale prevede la stimolazione delle capacità residue attraverso attività che prevedono la realizzazione di un prodotto finito o lo svolgimento di una o più funzioni della vita quotidiana. L’aprassia porta il malato di Alzheimer a realizzare con difficoltà compiti funzionali e gesti precisi, dunque finalizzare i movimenti ed eseguire compiti in sequenza diventa molto impegnativo. Le mani non... Leggi prevede la stimolazione delle capacità residue attraverso attività che prevedono la realizzazione di un prodotto finito o lo svolgimento di una o più funzioni della vita quotidiana.
L’aprassia porta il malato di Alzheimer a realizzare con difficoltà compiti funzionali e gesti precisi, dunque finalizzare i movimenti ed eseguire compiti in sequenza diventa molto impegnativo. Le mani non riescono a chiudere il bottone della camicia, ad allacciare le scarpe, ad aprire una porta, ad afferrare una forchetta, a chiudere una finestra; per il demente e un continuo rimandare di intenzioni, di obiettivi piccoli che mai si concretizzano.
La Terapia OccupazionaleLa Terapia occupazionale prevede la stimolazione delle capacità residue attraverso attività che prevedono la realizzazione di un prodotto finito o lo svolgimento di una o più funzioni della vita quotidiana. L’aprassia porta il malato di Alzheimer a realizzare con difficoltà compiti funzionali e gesti precisi, dunque finalizzare i movimenti ed eseguire compiti in sequenza diventa molto impegnativo. Le mani non... Leggi considera i bisogni, gli interessi, le abilità residue ed individua i seguenti obiettivi di intervento:
- mantenere il più a lungo possibile l’autonomia nelle attività;
- quotidiane non sostituendosi al paziente nelle situazioni in cui e ancora abile;
- studiare gli adattamenti ambientaliLa progettazione dell’ambiente è parte integrante dell’approccio globale di cura e assistenza delle persone affette da demenza di Alzheimer finalizzato al miglioramento della loro qualità di vita. L’ambiente, per essere considerato una risorsa terapeutica, deve garantire la sicurezza fisica e psicologica, compensare la disabilità fisica, sensoriale e cognitiva e, allo stesso tempo, rispettare le capacità decisionali residue e il diritto... Leggi intervenendo sull’ambiente man mano che si modifica il quadro della malattia;
- stimolare interesse e motivazione attraverso attività reali che mettano il paziente in condizione di esercitare le sue capacità residue;
- mantenere il massimo livello di funzionalità fisica e mentale;
- adattare gli interventi al livello mentale funzionale
Il grado di difficoltà di ogni attività è determinato dal tipo di attività (abbigliamento, alimentazione, igiene personale) e dal livello di deficit cognitivo.
Le attività consistono in azioni della vita quotidiana di ogni persona che consentono di sentirsi integrata con l’ambiente di vita:
- Attività quotidiane per la cura di sè (igiene, abbigliamento, alimentazione…);
- Attività di cucina e vita domestica;
- Attività di cucito, ricamo, maglia;
- Attività di gioco e svago;
- Attività musicali (canto, ballo, ascolto musicale,…)
- Attività artigianali;
- Attività sociali (parlare, passeggiare, ricordare, pregare).
MusicoterapiaLa Musicoterapia utilizza il suono e il ritmo con finalità terapeutiche. In particolare gli studi in letteratura sono stati rivolti a valutarne gli effetti sui disturbi psichici e comportamentali, sui deficit cognitivi, sulle competenze relazionali e sociali, sui sintomi depressivi e sulla qualità di vita dei pazienti e dei caregiver. I dati scientifici a disposizione documentano una significativa efficacia sul... Leggi
La MusicoterapiaLa Musicoterapia utilizza il suono e il ritmo con finalità terapeutiche. In particolare gli studi in letteratura sono stati rivolti a valutarne gli effetti sui disturbi psichici e comportamentali, sui deficit cognitivi, sulle competenze relazionali e sociali, sui sintomi depressivi e sulla qualità di vita dei pazienti e dei caregiver. I dati scientifici a disposizione documentano una significativa efficacia sul... Leggi utilizza il suono e il ritmo con finalità terapeutiche.
In particolare gli studi in letteratura sono stati rivolti a valutarne gli effetti sui disturbi psichici e comportamentali, sui deficit cognitivi, sulle competenze relazionali e sociali, sui sintomi depressivi e sulla qualità di vita dei pazienti e dei caregiver. I dati scientifici a disposizione documentano una significativa efficacia sul trattamento dell’agitazione psicomotoria, sui disturbi affettivi e sulle capacità di comunicazione. La MusicoterapiaLa Musicoterapia utilizza il suono e il ritmo con finalità terapeutiche. In particolare gli studi in letteratura sono stati rivolti a valutarne gli effetti sui disturbi psichici e comportamentali, sui deficit cognitivi, sulle competenze relazionali e sociali, sui sintomi depressivi e sulla qualità di vita dei pazienti e dei caregiver. I dati scientifici a disposizione documentano una significativa efficacia sul... Leggi può essere impiegata anche con l’obiettivo di rilassare e stimolare la memoria remota attraverso l’ascolto di canzoni o brani musicali conosciuti dal paziente. Viene usata anche come mezzo per facilitare la comunicazione verbale.
PsicomotricitàLo scopo della Psicomotricità è quello di apprendere o riattivare condotte motorie, psicomotorie e comportamentali per contrastare le limitazioni causate dalla malattia. Nello specifico la psicomotricità si pone non solo obiettivi motori (favorire la globalità del movimento e la lateralizzazione, rieducare la coordinazione oculo-manuale e contrastare il trofismo muscolare) ma, altresì, obiettivi cognitivi, come prendere coscienza del proprio schema corporeo,... Leggi
Lo scopo della PsicomotricitàLo scopo della Psicomotricità è quello di apprendere o riattivare condotte motorie, psicomotorie e comportamentali per contrastare le limitazioni causate dalla malattia. Nello specifico la psicomotricità si pone non solo obiettivi motori (favorire la globalità del movimento e la lateralizzazione, rieducare la coordinazione oculo-manuale e contrastare il trofismo muscolare) ma, altresì, obiettivi cognitivi, come prendere coscienza del proprio schema corporeo,... Leggi è quello di apprendere o riattivare condotte motorie, psicomotorie e comportamentali per contrastare le limitazioni causate dalla malattia.
Nello specifico la psicomotricitàLo scopo della Psicomotricità è quello di apprendere o riattivare condotte motorie, psicomotorie e comportamentali per contrastare le limitazioni causate dalla malattia. Nello specifico la psicomotricità si pone non solo obiettivi motori (favorire la globalità del movimento e la lateralizzazione, rieducare la coordinazione oculo-manuale e contrastare il trofismo muscolare) ma, altresì, obiettivi cognitivi, come prendere coscienza del proprio schema corporeo,... Leggi si pone non solo obiettivi motori (favorire la globalità del movimento e la lateralizzazione, rieducare la coordinazione oculo-manuale e contrastare il trofismo muscolare) ma, altresì, obiettivi cognitivi, come prendere coscienza del proprio schema corporeo, stimolare la pianificazione e la memorizzazione di sequenze d’azione; obiettivi relazionali (favorire il senso di identità, la consapevolezza di sé e dell’altro e la socializzazione, contrastare tendenza all’isolamento sociale e all’apatia e la scarsa attitudine al contatto oculare).
Più in senso lato è stato dimostrato che la psicomotricitàLo scopo della Psicomotricità è quello di apprendere o riattivare condotte motorie, psicomotorie e comportamentali per contrastare le limitazioni causate dalla malattia. Nello specifico la psicomotricità si pone non solo obiettivi motori (favorire la globalità del movimento e la lateralizzazione, rieducare la coordinazione oculo-manuale e contrastare il trofismo muscolare) ma, altresì, obiettivi cognitivi, come prendere coscienza del proprio schema corporeo,... Leggi ha effetti benefici anche sul controllo del dolore , nel contrastare le complicanze secondarie dell’immobilità o della rigidità (retrazioni tendinee e muscolari, rigidità articolari, piaghe da decubito, stasi della circolazione venosa e capillare, problemi respiratori), sulla motilità attiva e finalistica, sull’equilibrio, sulla coordinazione, sulla postura, sul mantenimento/recupero di un corretto schema del passo e della deambulazione autonoma, sulla motilità fine, sul mantenimento/allenamento delle competenze/abilità sensitive (discriminazione tattile, dolorifica, termica, cinestesica) e infine sul mantenimento/allenamento delle competenze/abilità di base della vita quotidiana.