Le terapie non farmacologiche (TNF) costituiscono un approccio tecnico standardizzato di comprovata efficacia, basato su prove scientifiche, che si prefigge, in modo complementare alla terapia farmacologica, l’obiettivo di contrastare la disabilità legata alla patologia stessa limitando l’impatto della malattia sull’autosufficienza e permettendo di mantenere il più elevato livello di autonomia compatibile con il deterioramento indotto dalla demenza stessa.
L’ approccio farmacologico da solo, infatti, se non inserito in un progetto di cura più globale e misurato allo stadio di malattia, non riesce a creare quell’alleanza terapeutica medico-paziente-caregiver indispensabile a rendere operativa quella che la psicologia chiama “relazione terapeutica di aiuto” dove anche chi si prende cura viene gratificato e rinforzato nella sua condotta.
Le TNF si caratterizzano per il coinvolgimento attivo della persona curata e si fondano sulla preliminare valutazione delle potenzialità residue, allo scopo di sostenere e attivare, con un progetto di cura personalizzato, le funzioni mentali non completamente deteriorate, per mantenere la massima autonomia possibile e rallentare la progressione della disabilità.
L’atto valutativo dunque, da semplice strumento di misurazione e descrizione, diventa lo strumento atto a individuare obiettivi di cura condivisi da tutti coloro che ruotano intorno al malato, obiettivi che varieranno non solo tra i diversi malati, ma anche per il singolo malato nell’arco della malattia.
Insieme ad una valutazione multidimensionale a 360 gradi, l’anamnesi patologica e familiare della persona, infatti, assume un ruolo centrale per la costruzione e modulazione del progetto di cura personalizzato (PAIL’U.V.M. , ai fini dell’inserimento in R.S.A., effettua una valutazione psichica, cognitiva e comportamentale, oltre quella relativa alla condizione sanitaria ed alle abilità di base. A questa valutazione segue la strutturazione di un Piano Assistenziale, che è individualizzato per ogni residente, dove vengono sintetizzati i bisogni e il tipo di interventi assistenziali/riabilitativi. Il P.A.I. quindi pone l’accento sulla personalizzazione dell’intervento... Leggi) da parte di tutti coloro che in fasi diverse e in setting diversi, prendono in carico il paziente.
Gli ambiti di cura delle TNF (terapie non farmacologiche) possono essere: la cognitività, le funzioni neuro-sensoriali, l’affettività, il linguaggio, il sonno, l’alimentazione, le funzioni motorie, l’autonomia personale, le relazioni interpersonali.
Nella demenza si possono individuare diversi stadi di gravità e almeno 4 passaggi importanti che vanno dall’autonomia alla totale dipendenza funzionale: MCI- disturbi comportamentali- grave deficit nelle autonomie (attività di base della vita quotidiana) – stato vegetativo.
Pertanto, gli interventi cognitivi, comportamentali e ambientali avranno un ruolo diverso nelle varie fasi di malattia.
L’intervento riabilitativo che viene effettuato giornalmente con i pazienti affetti da Malattia di Alzheimer è un intervento multidimensionale orientato al benessere complessivo della persona, benessere inteso come qualità di vita sul piano cognitivo, funzionale, fisico, psichico, sociale ed emozionale.
Tale intervento prevede, oltre al coinvolgimento di figure professionali dotate di specifiche competenze (psicologi, educatore professionale, terapista occupazionaleForniscono prestazioni riabilitative (terapia non farmacologica e terapia non farmacologica di base) atte ad impedire gli effetti involutivi del danno stabilizzato, con particolare riguardo alla rieducazione dell'ospite, allo svolgimento delle comuni attività quotidiane (deambulazione e azioni elementari di vita anche con idonei supporti), alla rieducazione psico-sociale, soprattutto attraverso la terapia occupazionale. Forniscono inoltre l'assistenza religiosa e spirituale, favorendo la presenza... Leggi, fisioterapista), anche il coinvolgimento della famiglia e dell’ ambiente sociale in cui il paziente è inserito.